Gelso bianco

Morus alba L., pianta nota da tempo alla medicina tradizionale cinese,da qualche anno anche in Occidente rientra tra i fitoterapici impiegati nel controllo della glicemia. In maniera analoga ai più noti acarbosio e miglitolo, l’estratto di gelso bianco ha un'azione simile ad un inibitore degli enzimi alfa-glucosidasi intestinali, che permettono la scissione delle catene polisaccaridiche ingerite con la dieta in monosaccaridi assorbibili, come appunto il glucosio. Di conseguenza viene quindi ritardato l’assorbimento degli zuccheri e ridotta l’iperglicemia post-prandiale.L’estratto può quindi rappresentare un buon complemento sia nell’approccio terapeutico nelle forme leggere di diabete e degli stati iperglicemici sia in abbinamento ad altri trattamenti in corso.

Tra i principi attivi identificati le sostanze capaci di inibire alcuni tra gli enzimi glicolitici implicati nella digestione e nell’assorbimento dei glucidi sono:

la desossinojirimicina (moranolina), riscontrata in tutte le parti della pianta, svolge la sua azione inibitrice nei confronti di maltasi, sucrasi e trealasi;

l’1,4-dideossi-1,4-imino-D-arabinitolo, inibitore dell’a-glucosidasi4, dell’isomaltasi e dell’a-mannosidasi;

la calistegina B1 e B2, la prima implicata nell’inibizione della a-glucosidasi, la seconda nei confronti della b-glucosidasi e della b-galattosidasi;

la 1-deossinojirimina e la fagomina, un 5-desossi derivato della 1-desossinojirimicina,  alcaloidi zucchero mimetici che  intervengono sulla secrezione pancreatica di insulina (studi in vivo su ratto);

la glicoproteina moran20K,  isolata dall’estratto acquoso delle radici della pianta, favorisce l’abbassamento dei livelli di glucosio ematico.

Inoltre l’estratto di foglie di gelso è in grado di intervenire su patologie spesso concomitanti e aggravanti la salute del paziente diabetico: riesce infatti ad attuare azione preventiva nei confronti dei danni aterosclerotici grazie ai flavonoidi  del fitocomplesso, nel quale è presente anche l’isoquercetina, che, analogamente alla quercetina, ha  un’efficace azione antiradicalica e protettiva nei confronti della perossidazione lipidica delle LDL.

Eventuali controindicazioni possono essere ascrivibili agli altri inibitori dell’a-glucosidasi (acarbosio e miglitolo) quali flatulenza e azione lassativa. La causa potrebbe essere un minore assorbimento di carboidrati a livello intestinale, che causa fenomeni di iperosmosi del contenuto del colon che – per maggiore richiamo di acqua nel lume intestinale – scatena gli effetti lassativi.